
Fontane storiche trasformate in piscine: cinque turisti sanzionati

Nel cuore di Roma le fontane monumentali stanno diventando, sempre più spesso, bersaglio di comportamenti incivili da parte dei turisti. Con l’arrivo del caldo torrido di giugno, alcune delle opere più celebri del patrimonio artistico capitolino vengono trasformate in vere e proprie piscine improvvisate. Non si tratta solo di episodi isolati: nei soli ultimi giorni, cinque persone sono state fermate dalla polizia locale mentre si tuffavano o tentavano di rinfrescarsi in vasche di alto valore storico-artistico.
Tra le aree maggiormente coinvolte figurano Piazza Navona e la Fontana di Trevi, simboli universali di Roma, troppo spesso oltraggiati da gesti irresponsabili. “Le pattuglie in servizio di vigilanza nelle zone storiche hanno fermato cinque soggetti in flagranza di violazione”, ha riferito la Polizia Locale. A ciascun trasgressore è stata comminata una multa di 450 euro, accompagnata da un ordine di allontanamento.
In alcuni casi, i comportamenti hanno superato i limiti dell’illecito amministrativo. Un cittadino bulgaro di 57 anni è stato denunciato per furto dopo essere stato sorpreso a raccogliere monete dalla Fontana del Moro. Poco distante, a Piazza di Spagna, un romeno di 28 anni è stato fermato mentre rubava prodotti in una farmacia: la refurtiva è stata recuperata e l’uomo deferito all’autorità giudiziaria.
Non solo i luoghi più iconici sono stati presi d’assalto. Anche la fontana di piazza Benedetto Cairoli, opera dell’architetto Édouard André, è finita al centro delle cronache. “Un uomo si è immerso nella vasca fingendo di nuotare a dorso, incurante dei danni che poteva provocare all’opera storica”, denunciano i residenti, esasperati da una situazione definita “insostenibile tra sporcizia, caos e mancanza di controlli”.
Episodi simili si sono verificati anche in Piazza del Popolo, dove un uomo ha usato la fontana per lavarsi, e ancora a Piazza di Spagna e all’Altare della Patria, dove turisti tedeschi e americani si sono tuffati tra lo sdegno dei passanti. Gesti che evocano, ma in chiave decisamente meno poetica e affascinante, la celebre scena de La dolce vita di Fellini.
L’emergenza non è solo climatica, ma anche culturale. Il tentativo di replicare un’iconografia cinematografica ormai entrata nel mito spesso si scontra con l’ignoranza del valore storico di questi luoghi. Le autorità capitoline proseguono con il piano di controlli straordinari, ma la percezione diffusa è quella di una sorveglianza insufficiente. In una città che vanta un’eredità millenaria, la tutela del patrimonio non può essere lasciata all’improvvisazione.