
Crisi iraniana, Giorgia Meloni rilancia la via dei negoziati

Domenica è stata segnata dalle immagini del raid americano contro i siti nucleari iraniani e dalla necessità di affrontare un’escalation improvvisa. L’Italia, come la maggior parte degli alleati, non era stata preavvisata dell’attacco ordinato da Donald Trump. “L’Italia continuerà a impegnarsi per portare le parti al tavolo negoziale”, ha dichiarato il premier Giorgia Meloni, preparandosi oggi a riferire alla Camera. La sua linea è chiara: non basta la de-escalation, serve un vero negoziato.
Nel frattempo, il timore di una rappresaglia iraniana ha spinto il governo italiano a muoversi sul fronte della sicurezza dei connazionali. Alcuni sono già stati evacuati dall’Iran attraverso il confine con l’Azerbaigian, altri da Israele tramite l’Egitto. Si valuta perfino la chiusura dell’ambasciata italiana a Teheran, una delle poche ancora aperte. Durante una riunione urgente con Tajani, Crosetto, Piantedosi, Giorgetti, Mantovano e Fazzolari, è stato fatto il punto sulla presenza militare italiana in Medio Oriente e sui potenziali obiettivi dei missili iraniani, in particolare le basi americane. Altro timore: la possibile chiusura dello stretto di Hormuz, snodo cruciale per il traffico energetico globale. “Sarebbe un disastro per l’Europa, per l’Italia e anche per l’Iran stesso”, ha osservato il ministro Giorgetti, concordando con la premier sull’urgenza di una pressione diplomatica coordinata.
Meloni ha contattato il presidente Sergio Mattarella, con cui avrà un colloquio oggi prima del Consiglio europeo. A seguire, consultazioni con i leader europei Macron, Merz, Starmer e il canadese Carney, oltre ai leader di Arabia Saudita, Emirati e Qatar. “Con tutti gli interlocutori è stata data massima rilevanza alla necessità di una rapida ripresa dei negoziati per evitare un’escalation”, ha riferito la premier. In serata è saltata una videocall G7, ma resta in agenda un possibile contatto con Trump e con Benjamin Netanyahu. Il governo italiano si dice pronto a ospitare a Roma un nuovo round negoziale tra Washington e Teheran.
Il rischio ora è anche interno. Gli 007 italiani avvertono del pericolo di attentati terroristici in Europa, operati da cellule collegate ai pasdaran o lupi solitari ispirati dalla causa iraniana. Il ministro Piantedosi ha riunito il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica: sono 29mila i siti sotto vigilanza, mille dei quali legati a interessi israeliani e americani. Tra questi anche le basi Usa in Italia, come Aviano, Vicenza e Sigonella. Le opposizioni vogliono chiarezza sull’eventuale utilizzo di queste basi per il raid americano, ma Meloni oggi in aula risponderà: “Non ci è stato chiesto alcun via libera”.