
In arrivo la stretta del Ministero sui requisiti per i finanziamenti ai film

La tragedia di Villa Pamphilj ha messo sotto i riflettori una questione spinosa: l’abuso dei finanziamenti pubblici destinati al cinema. Charles Kaufmann, noto anche con il nome di Rexal Ford, e Matteo Capozzi sono al centro di un’inchiesta che riguarda i 836.439,08 euro concessi come credito d’imposta per il progetto cinematografico “Stelle della notte”: un film che, secondo le indagini, non è mai stato realizzato. Kaufmann, sospettato di duplice omicidio, aveva richiesto l’agevolazione fiscale presentando una documentazione che sembrava regolare, ma che nascondeva un’operazione fraudolenta. Il produttore italiano Marco Perotti, coinvolto nella vicenda, era già noto alle autorità per altre irregolarità legate ai finanziamenti pubblici.
Perotti, con la sua società Coevolutions, aveva ottenuto finanziamenti per dodici progetti tra il 2020 e il 2023, tra cui il fantomatico “Stelle della notte” e altri film come “Il discepolo” e “Bagamoyo – lascia il tuo cuore”. Tuttavia, l’imprenditore è stato nel mirino del Ministero della Cultura, che ha avviato una procedura di revoca per tre di questi progetti. L’intera vicenda ha sollevato interrogativi sulla gestione dei fondi pubblici destinati al cinema, in particolare per quanto riguarda la documentazione presentata e l’effettivo uso dei soldi dei contribuenti.
Il Ministero della Cultura ha sempre esercitato controlli rigorosi sui finanziamenti, con oltre mille pratiche gestite ogni anno. Attualmente, sono in corso 185 accertamenti per un totale di 347 milioni di euro, e ben 122 opere sono state segnalate alla Guardia di Finanza. Il tax credit, che rappresenta uno degli incentivi più alti d’Europa, è stato potenziato nel 2016, ma le storture emerse post-pandemia hanno spinto alla riforma del sistema. Il ministro Gennaro Sangiuliano ha introdotto restrizioni come l’abolizione dei costi esteri e l’obbligo di uscire in sala o su piattaforme per i film sovvenzionati. Tuttavia, la riforma ha subito dei rallentamenti e solo a novembre scorso sono state riaperte le domande di finanziamento.
In risposta a questi scandali, diversi membri del settore hanno avanzato proposte per una riforma radicale. Il presidente dell’Anica, Alessandro Usai, ha suggerito l’istituzione di un albo dei produttori cinematografici, limitato a chi ha le credenziali giuste. Questa proposta ha suscitato dibattito tra i produttori, con alcuni favorevoli alla creazione di un sistema che separi i professionisti dai truffatori. Riccardo Tozzi di Cattleya si è detto favorevole, sottolineando la necessità di una commissione di esperti per evitare che il settore venga inquinato da truffatori e dilettanti.
A pochi giorni da un incontro con una delegazione di esperti del settore, il ministro Alessandro Giuli ha annunciato nuove misure per il tax credit, che includono una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e verifiche retroattive. L’obiettivo è prevenire abusi e garantire che i fondi pubblici vadano solo a chi fa davvero cinema, liberando l’industria da truffatori e approfittatori. Il cambiamento è necessario per rafforzare un settore che dà lavoro a 120mila persone e che, nonostante gli eccessi post-pandemia, continua a essere una delle industrie culturali più rilevanti in Italia.