
Proposta di legge di Forza Italia per legalizzare la prostituzione

Una nuova proposta di legge firmata dal senatore Claudio Fazzone riapre il dibattito sulla prostituzione legale in Italia, con l’ambizioso obiettivo di superare la legge Merlin del 1958. La riforma, che porta il timbro di Forza Italia, si inserisce nella visione di una “rivoluzione liberale” promossa dal partito, puntando a regolamentare un fenomeno che, secondo le stime Istat, vale 4,7 miliardi di euro nel 2025. Il ddl, articolato in venti articoli, prevede l’istituzione di case di tolleranza regolamentate, limiti d’età per esercitare, formazione obbligatoria e tutele fiscali e previdenziali. Ma soprattutto si muove per contrastare sfruttamento, tratta e abusi, molto spesso celati dietro l’illegalità e l’anonimato online.
Il testo parte da un principio fondamentale: «l’esercizio della prostituzione è lecito e libero, purché fondato su una scelta volontaria, priva di coercizione». A tale fine, introduce case di prostituzione gestite legalmente da società, cooperative o ditte individuali, purché autorizzate e sottoposte a rigidi controlli igienico-sanitari. Sarà vietata qualsiasi forma di adescamento in strada o nei pressi di luoghi pubblici autorizzati, ma resteranno consentiti i servizi in alberghi o affittacamere, previa comunicazione alle autorità. Per chi eserciterà l’attività in modo autonomo senza autorizzazione, scatteranno sanzioni penali fino a un anno di carcere e confisca dei proventi, con pene più pesanti per chi gestisce strutture abusive.
La proposta fissa l’età minima per esercitare la prostituzione a 21 anni e la massima a 65, vietando qualsiasi discriminazione di genere. Previsto l’obbligo di un attestato di formazione professionale, con contenuti su igiene, sicurezza, primo soccorso e psicologia del cliente. Chi lavora autonomamente dovrà aprire la partita Iva, sottoscrivere una polizza assicurativa e versare i contributi al regime pensionistico. Tra le novità più rilevanti anche l’introduzione del diritto all’oblio per coloro che decidono di abbandonare la professione, tutelando la loro privacy in un ambito che spesso espone a stigmatizzazione sociale.
Sebbene il cammino parlamentare sia ancora incerto, il disegno di legge Fazzone riprende molte delle istanze già avanzate dalla Lega. Come ricordano esponenti del Carroccio, si tratta di «una battaglia storica per la legalizzazione e la riapertura delle case di tolleranza». Il ddl prevede anche una stretta severa sullo sfruttamento, con pene fino a 12 anni di carcere per chi costringe altri a prostituirsi approfittando di fragilità economica o psicologica, e sanzioni fino a 400mila euro per chi organizza attività di tratta.
Se approvata, la riforma segnerà un cambio di paradigma radicale, trasformando la prostituzione in una professione riconosciuta e regolata, con l’intento dichiarato di garantire diritti, sicurezza e dignità a chi la esercita, riducendo al tempo stesso le sacche di criminalità e degrado che oggi proliferano nell’ombra.