
E’ ufficiale: stop agli smartphone anche nelle scuole superiori

Con una nuova circolare firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il governo estende il divieto dell’uso degli smartphone anche agli studenti delle scuole superiori, confermando quanto già anticipato nelle scorse settimane. Dopo le elementari e le medie, la linea del Ministero si fa ancora più rigorosa: niente telefono durante le ore scolastiche, nemmeno a fini didattici, salvo rare eccezioni.
“È una misura di buon senso per restituire centralità al momento educativo e tutelare la salute mentale dei ragazzi”, si legge nella nota ministeriale.
Il documento ufficiale ribadisce con fermezza il divieto “di utilizzo del telefono cellulare durante lo svolgimento dell’attività didattica e più in generale in orario scolastico”, coinvolgendo esplicitamente anche gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. L’indicazione è chiara: lo smartphone deve restare spento, sia per svago che per eventuali compiti in aula.
Ogni istituto sarà chiamato ad aggiornare il proprio regolamento interno, modificando il patto di corresponsabilità educativa e definendo sanzioni disciplinari in caso di violazione. Le modalità saranno stabilite dai consigli d’istituto, ma l’indirizzo dato dal Ministero è vincolante per tutte le scuole.
Non mancano alcune deroghe al divieto. Sarà infatti consentito l’utilizzo del cellulare a studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), qualora lo smartphone rappresenti un ausilio indispensabile. È prevista anche una deroga in presenza di “motivate necessità personali”, da valutare caso per caso.
Un altro spiraglio riguarda gli indirizzi tecnici, in particolare quelli legati all’informatica e alle telecomunicazioni, dove l’uso del cellulare potrà essere ammesso se strettamente funzionale all’attività didattica. Si tratta, sottolinea la circolare, di eccezioni limitate, non di un via libera generalizzato.
“La tecnologia deve rimanere al servizio dell’apprendimento, non diventare una distrazione”, ha precisato Valditara.
Il divieto non intende bloccare l’uso delle tecnologie in aula, ma piuttosto distinguerne l’impiego educativo da quello personale. Restano infatti ammessi strumenti come computer, tablet e lavagne interattive, purché utilizzati in un contesto didattico definito.
La misura si fonda anche su studi internazionali. Uno studio Ocse conferma che i social media peggiorano il rendimento scolastico, mentre un rapporto dell’OMS segnala sintomi da dipendenza da smartphone. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 25% degli adolescenti fa un uso problematico del cellulare.
“Un’azione decisa è ormai improcrastinabile per salvaguardare la qualità della vita dei nostri studenti”, si legge nella circolare.
Valditara ha infine dichiarato di aver proposto in sede europea una linea comune tra gli Stati membri sul divieto degli smartphone in classe, ricevendo ampio consenso. L’Italia si candida così a capofila di un cambiamento culturale a livello continentale.