
Allarme aggressioni negli ospedali, vittime medici e infermieri

Una media di un’aggressione ogni tre giorni contro i medici della Capitale, con numeri simili anche per infermieri e farmacisti. È il bilancio allarmante che emerge dagli ultimi dati raccolti a Roma e provincia: 130 medici vittime di violenza, un numero che raddoppia se si considerano anche i casi non denunciati che coinvolgono infermieri. Le farmacie, inoltre, sono sempre più bersaglio di attacchi: nel Lazio si contano 63 rapine e 191 furti in un solo anno, secondo i dati dell’Osservatorio Ossif.
A lanciare l’allarme sono stati i presidenti degli Ordini professionali della Capitale – Antonio Magi per i medici, Maurizio Zega per gli infermieri e Giuseppe Guaglianone per i farmacisti – in un incontro con il questore di Roma Roberto Massucci, il tenente colonnello dei Carabinieri Alberto Pinto e l’assessore regionale alla Sicurezza Luisa Regimenti. L’obiettivo: trovare soluzioni concrete per tutelare i lavoratori della sanità.
«Le continue aggressioni mettono a rischio non solo la salute degli operatori, ma anche la qualità dell’assistenza per l’intera popolazione», hanno spiegato i rappresentanti delle categorie. Gli episodi violenti, infatti, provocano sovraccarichi emotivi, assenze dal lavoro e interruzioni nei servizi sanitari, danneggiando l’intero sistema.
Secondo l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie, nel 2023 si sono verificati 1.156 episodi di violenza nel Lazio, con 1.840 operatori coinvolti, in crescita del 43% rispetto al 2022. Il 68% delle vittime è donna, un dato in aumento rispetto al 65,4% dell’anno precedente. A essere più colpito è il personale infermieristico (62,9%), seguito dai medici (22,7%).
Gli ambienti più a rischio restano i Pronto soccorso (41,5% delle aggressioni) e i reparti psichiatrici (Spdc), che segnano un aumento dal 13% al 15,9%. La violenza verbale rappresenta circa il 70% dei casi, in aumento, mentre quella fisica è scesa al 24,5%.
Nel corso dell’incontro, gli Ordini e le autorità hanno avviato un’analisi congiunta per rafforzare la sicurezza nei presidi sanitari e nelle farmacie. Tra le ipotesi allo studio: maggior presidio delle forze dell’ordine, formazione del personale alla gestione dei conflitti, e campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini.
«Non possiamo tollerare che chi si prende cura della salute pubblica debba lavorare in condizioni di paura. Occorre una risposta concreta e tempestiva», ha dichiarato l’assessore Regimenti.
La violenza contro gli operatori sanitari è ormai un fenomeno sistemico che richiede interventi strutturali e una rinnovata cultura del rispetto nei confronti di chi quotidianamente lavora per la salute di tutti.