
Odio social contro la figlia di Giorgia Meloni: identificato un docente

Ancora un episodio di violenza verbale sui social contro Ginevra, la figlia di Giorgia Meloni, già bersaglio in passato dell’odio online. Questa volta, a lanciare un messaggio agghiacciante è stato un insegnante campano, che in un post su Instagram ha augurato alla bambina, 9 anni a settembre, di fare la stessa fine di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato. L’uomo, che dichiarava di lavorare al Ministero dell’Istruzione e del Merito, è stato identificato dalla polizia postale: si tratta di un professore di tedesco di 65 anni, in servizio in un liceo di Cicciano, in provincia di Napoli, a un passo dalla pensione.
Il post, pubblicato e poi rimosso, ha immediatamente scatenato un’ondata di indignazione bipartisan. Giorgia Meloni, impegnata in missione in Asia Centrale, è stata informata durante la trasferta. Scossa e incredula, ha affidato le sue parole a un messaggio pubblico: «Questo non è scontro politico. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore».
A rendere pubblico il contenuto del post è stato Fratelli d’Italia, che ha denunciato l’episodio su X, parlando di «odio spaventoso e inaccettabile». A confermare l’identità dell’autore è stato poi il ministro dell’Istruzione Valditara, che ha definito l’episodio «gravissimo» e ha annunciato sanzioni disciplinari nei confronti del docente, giudicandolo «non degno di far parte della scuola italiana».
Il docente, ora indagato dalla Procura di Roma, sarà sottoposto anche a un procedimento penale, coordinato dal pool dei reati informatici. Secondo le ricostruzioni, l’uomo aveva già mostrato sui social un odio politico marcato verso Meloni, con epiteti offensivi come “pescivendola” e “fascista”. Sotto accusa anche l’uso strumentale di una tragedia reale – l’omicidio di Martina Carbonaro – per incitare alla violenza verso una bambina.
La politica, per una volta unita, ha reagito con fermezza. I presidenti di Camera e Senato, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, i vicepremier Salvini e Tajani, e numerosi ministri hanno espresso solidarietà alla premier, definendo il post «ignobile», «ripugnante» e «un orrore». Anche l’opposizione ha condannato senza esitazione l’accaduto: «Orrende e inaccettabili le minacce a Meloni e Piantedosi», ha detto Elly Schlein, mentre Giuseppe Conte ha ricordato di essere stato vittima di simili attacchi in passato.
«Non è tollerabile che un docente, figura educativa per eccellenza, inciti all’odio e alla violenza», ha dichiarato Severino Nappi (Lega), mentre il sindaco di Marigliano, Gaetano Bocchino, ha espresso «totale solidarietà» alla presidente del Consiglio a nome della cittadinanza. Il Ministero dell’Interno, intanto, ha confermato che le misure di sicurezza per la figlia della premier sono già al massimo livello e non verranno ulteriormente rafforzate.
Non è la prima volta che Ginevra Meloni finisce nel mirino. Già nel novembre 2022, a un mese dall’insediamento del nuovo governo, si registrarono attacchi simili. In agosto 2024, durante la missione in Cina, un altro post su X – “kill Gioggia e Ginevretta” – aveva scatenato l’intervento della polizia postale.
L’episodio riaccende i riflettori sul linguaggio violento online, soprattutto quando coinvolge minori e famiglie dei rappresentanti istituzionali. Come ha sottolineato Meloni, «esistono confini che non devono mai essere superati. Difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza».