
Il Tar dà ragione ai gestori dei BnB: ritorna il self check-in

Il Tar del Lazio ha annullato la circolare del Ministero dell’Interno emanata nel novembre 2024 che imponeva ai gestori di B&B, case vacanza e affitti brevi l’obbligo di riconoscere di persona i propri ospiti. Una decisione che segna un punto fermo nel dibattito tra automatizzazione del check-in e necessità di tutela della sicurezza pubblica. La sentenza, accogliendo il ricorso presentato dalla Federazione delle Associazioni della Ricettività Extralberghiera, stabilisce che strumenti come keybox e smartlock non sono illegali, almeno dal punto di vista della pubblica sicurezza.
Secondo i giudici amministrativi, l’identificazione de visu non garantisce una maggiore sicurezza: anche con un controllo diretto, infatti, è possibile che un appartamento venga comunque occupato da persone non registrate. Inoltre, la circolare ministeriale si basava su una norma del 1931 e, secondo il Tar, non può introdurre nuovi obblighi senza un supporto normativo aggiornato, soprattutto ignorando le nuove tecnologie per l’identificazione da remoto. “Un obbligo simile costituisce un aggravio sproporzionato e privo di fondamento tecnico”, si legge nella motivazione della sentenza.
Nonostante la pronuncia del Tar, il Campidoglio prosegue la sua battaglia contro le keybox visibili in strada. “Andiamo avanti nella nostra azione di legalità in attesa di una nuova legge”, ha dichiarato l’assessore al Turismo Alessandro Onorato, spiegando che a Roma queste cassette violano il regolamento di polizia urbana e le indicazioni della Soprintendenza. Finora sono già stati rimossi oltre 500 dispositivi, inclusi i lucchetti su edifici privati.
La Federazione delle associazioni ricettive e l’Aigab (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi) hanno accolto con favore la decisione del Tar, ma rimane aperta la questione della regolamentazione futura. “Siamo al lavoro con il Ministero per un protocollo condiviso sui software di riconoscimento”, spiegano dall’Aigab. L’idea è quella di rendere obbligatori sistemi digitali certificati, già in uso nel settore bancario o del noleggio auto, in grado di identificare gli ospiti da remoto con foto e documenti, e trasmettere i dati direttamente alla Questura.
Nel frattempo, il Viminale si riserva di valutare un eventuale ricorso al Consiglio di Stato, pur confermando l’intenzione di proseguire il dialogo con le associazioni di categoria. Per molti Comuni, invece, la sentenza potrebbe ridimensionare i poteri locali di controllo sugli affitti turistici, alimentando un confronto politico ancora aperto.