
Roma, contro la droga dello stupro è corsa ai test fai-da-te

La preoccupazione per la diffusione della “droga dello stupro” spinge sempre più famiglie a cercare strumenti di prevenzione. Sulle principali piattaforme online di prodotti medicali e sui siti di diverse farmacie è ora facilmente reperibile un test in grado di rilevare la presenza di Ghb nelle bevande. Con l’avvicinarsi dell’estate e il ritorno della movida, molti genitori, soprattutto per tutelare le figlie adolescenti, si rivolgono a questi dispositivi, visti come un’utile precauzione da affiancare alle raccomandazioni.
La semplicità d’uso e la rapidità del risultato rendono questi test particolarmente appetibili. Diverse sono le aziende produttrici e le piccole variazioni nel prodotto, ma il principio di funzionamento rimane simile. Il prodotto, genericamente chiamato “drink-test5”, si compone di sei striscioline assorbenti. Basta versare una goccia della bevanda sospetta sulla striscia per verificare, dopo circa un minuto, la presenza di Ghb o altre benzodiazepine. In caso di positività, la striscia si colora; altrimenti, rimane neutra. Il prezzo si aggira mediamente sui 20 euro, con un leggero aumento per gli acquisti online a causa delle spese di spedizione.
La commercializzazione di questi test coincide con la stagione del divertimento, che vede la riapertura di locali e discoteche estive, luoghi di aggregazione per molti giovani.
Parallelamente, le forze dell’ordine si preparano ad affrontare le criticità legate alla movida. Nella scorsa estate (giugno-settembre 2024), solo la polizia locale di Roma ha effettuato oltre 30mila controlli su veicoli per la sicurezza stradale e circa 6mila accertamenti con precursori ed etilometro. Sono state inoltre condotte circa 8mila verifiche nei quartieri della movida, con un’attenzione particolare al rispetto delle norme anti-alcol, soprattutto per la vendita e la somministrazione ai minori.
Le testimonianze degli operatori sanitari del 118 e dei pronto soccorso sono allarmanti, con frequenti casi di adolescenti, a volte minorenni, ritrovati privi di sensi e positivi a test tossicologici dopo essere stati “scaricati” dagli amici. Spesso, non è immediato capire quali sostanze abbiano assunto, a causa dei pericolosi “mix” di droghe sintetiche, alcune delle quali non ancora classificate.
Già prima dell’inizio ufficiale della stagione estiva, si registrano i primi interventi. Nel recente fine settimana, i carabinieri della compagnia Trionfale hanno effettuato controlli a Ponte Milvio, portando alla chiusura per dieci giorni di due cocktail bar (“Truth” e “Tag bar”) ritenuti ritrovi di pregiudicati dove venivano somministrati alcolici a minorenni.
Il tenente colonnello Mario Rocco, comandante della compagnia Trastevere, mette in guardia i giovani sui pericoli della movida e sottolinea l’importanza di comportamenti responsabili. «Nessuno vuole demonizzare il divertimento – afferma il colonnello Rocco al quotidiano Il Messaggero – ma questo dev’esserci con criterio e in maniera responsabile».
Il consiglio principale è di rimanere sempre vicino agli amici e prestare attenzione all’ambiente circostante. «Quando si frequentano locali affollati, dove le luci sono soffuse, bisogna stare attenti a quello che si beve e avere il controllo del proprio bicchiere», prosegue Rocco, ben consapevole degli “effetti” della movida nel suo territorio. «Può accadere che nella confusione, perdendo di vista il proprio drink, qualcuno possa velocemente mettere nel bicchiere sostanze stupefacenti come la “Mda” o il “Ghb” o delle benzodiazepine che, iniziando a fare effetto dopo circa 30 minuti, provocano un calo dei freni inibitori portando anche a una perdita temporanea di memoria. Accade dunque che da quel momento in poi non si ricordi nulla».
Un problema significativo è l’abuso di alcolici e l’uso di sostanze sconosciute, spesso assunte per emulazione o su spinta di conoscenti occasionali. «Quando si esce in gruppo è bene cercare sempre di fare riferimento alle persone che si conoscono evitando di allontanarsi o di isolarsi, perché chiaramente il fatto di trovarsi soli può creare situazioni di pericolo», raccomanda infine l’ufficiale dei carabinieri.