
Papa Leone XIV tende la mano al mondo ebraico

Dopo un periodo di tensioni e incomprensioni, Papa Leone XIV ha intrapreso un percorso di riconciliazione con il mondo ebraico. Il nuovo pontefice, consapevole delle difficoltà degli ultimi due anni, ha inviato un messaggio significativo al rabbino Noam Marans, direttore degli affari religiosi dell’American Jewish Committee (AJC), subito dopo la sua elezione.
La menzione della Nostra Aetate, documento conciliare che ha segnato una svolta nei rapporti tra cattolici ed ebrei, è un gesto di grande importanza. Questo documento, firmato da Paolo VI nel 1965, ha cancellato l’accusa di deicidio, che per secoli ha gravato sugli ebrei, e ha aperto la strada a un dialogo di rispetto e comprensione reciproca. “Se le autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli ebrei allora viventi, né agli ebrei del nostro tempo (…). Gli ebrei non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla Sacra Scrittura. Si curi pertanto che nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo” si legge nel documento.
Negli ultimi due anni, tuttavia, non sono mancate le critiche. Il rabbino Di Segni, in particolare, aveva espresso il malcontento del mondo ebraico per alcuni episodi, come il presepe in Vaticano con il Bambin Gesù avvolto in una kefiah palestinese. “Dal punto di vista politico perché si trattava di una scelta di campo pro-Pal. Ma anche di natura religiosa, perché spogliava il cristianesimo delle sue origini ebraiche” aveva sottolineato. Anche il rabbino Marans aveva espresso preoccupazione per alcune prese di posizione politiche.
Nonostante le tensioni, l’elezione di Leone XIV ha riacceso la speranza di un nuovo inizio. Il pontefice ha già dimostrato la sua volontà di dialogo, visitando l’Istituto Patristico Augustinianum e definendo l’incontro “un ritorno a casa”.