
Rogo dei bus Atac: responsabili due uomini del campo rom

Le immagini sono nitide e non lasciano dubbi. Due figure, presumibilmente giovani uomini dal fisico atletico, scavalcano con agilità il cancello che separa il deposito dell’Atac dal campo nomadi di via Candoni. Uno indossa una felpa nera e bermuda, l’altro una tuta rossa. Entrambi stringono stracci bianchi, con ogni probabilità imbevuti di sostanze infiammabili. Quegli stracci sono gli strumenti di un atto doloso che si ripete, ancora una volta, nel grande piazzale dove decine di mezzi pubblici, molti dei quali ancora in servizio per i pendolari della Capitale, sono parcheggiati.
Le riprese del sistema di videosorveglianza della zona, attentamente visionate dalla Squadra Mobile, escludono categoricamente l’ipotesi di un rogo accidentale o di un incidente. Quanto accaduto domenica nel deposito della municipalizzata dei trasporti pubblici è chiaramente un atto intenzionale, sebbene gli autori debbano ancora essere identificati. Purtroppo, non si tratta di un evento isolato: i mezzi dell’Atac sono stati ripetutamente presi di mira, con decine di episodi simili verificatisi con preoccupante regolarità proprio in via Candoni. Solo domenica scorsa, cinque autobus, alcuni dei quali in disuso, sono stati avvolti dalle fiamme. E nel solo 2024 si contano già una quarantina di altri mezzi danneggiati.
Vetture vandalizzate, vetri in frantumi, lanci di sassi e, infine, gli incendi. L’ipotesi che tutti questi episodi, che hanno causato danni per svariate migliaia di euro, abbiano un’unica matrice sembra trovare conferma nell’ultima dinamica ripresa dalle telecamere. I sistemi di vigilanza, pur non fungendo da deterrente assoluto, presumibilmente disturbano le attività che avvengono oltre la recinzione del deposito. Da tempo, le forze dell’ordine e la polizia locale hanno accertato la commissione di illeciti di varia natura all’interno di quegli insediamenti che, sulla carta, si vorrebbero superare: ricettazione, detenzione illegale di armi, sversamento illecito di rifiuti. A ciò si aggiunge la presenza di numerosi residenti con precedenti penali. Sorge dunque il sospetto di una regia unitaria volta a destabilizzare la rimessa Atac attraverso raid continui.
Nonostante l’enorme sforzo degli agenti, i presidi h24 della polizia locale non sono riusciti a mitigare una situazione che resta “esplosiva” all’interno dell’insediamento. Roghi e allacci abusivi si ripetono, vanificando le operazioni di messa in sicurezza che comportano un notevole dispendio di risorse per l’amministrazione. Solo lo scorso febbraio, un’ampia operazione dei carabinieri ha portato all’identificazione di 255 persone nel campo, tra cui numerosi minorenni, e quasi cento di loro avevano precedenti penali. Due mesi dopo, ad aprile, un gruppo di ragazzi domiciliati proprio nel campo di via Candoni è stato fermato con l’accusa di furto aggravato per aver preso di mira auto in sosta nel centro di Roma.