
Licenziato il “becchino” sorpreso a prendere soldi illecitamente

Un grave episodio accaduto nel gennaio 2020 ha portato al licenziamento definitivo di un dipendente della Ama Spa, azienda municipale che gestisce i cimiteri di Roma. L’uomo, impiegato come “interratore seppellitore” dal 2009, è stato accusato di aver mutilato il corpo di un defunto seppellito nel cimitero “Flaminio” per un compenso illecito di 300 euro, incassati tramite un’agenzia funebre. La vicenda è stata oggetto di un procedimento penale, e la Cassazione ha confermato la decisione dell’azienda di licenziare il lavoratore, ritenendo il suo comportamento gravemente incompatibile con i valori e le responsabilità del suo ruolo.
Nel gennaio del 2020, il dipendente di Ama, in concorso con alcuni colleghi, ha commesso l’illecito di mutilare il cadavere di un uomo, ancora in buone condizioni di conservazione, che era tumulato in un loculo del cimitero “Flaminio”. Dopo aver compiuto il crimine, ha ottenuto un profitto di 300 euro, che gli è stato consegnato da un parente del defunto tramite un’agenzia funebre. Quest’ultimo, ingannato, è stato convinto che il pagamento fosse necessario per una procedura legittima di estumulazione, quando in realtà avrebbe pagato per la mutilazione illegale del corpo, ridotto in pezzi e successivamente riposto in una “cassetta ossario”.
I magistrati della Cassazione hanno confermato la legittimità del licenziamento, sostenendo che le azioni del dipendente rappresentano una grave violazione delle normative di Ama e dei valori etici richiesti da un’azienda che si occupa della gestione di attività delicate come quelle cimiteriali. La violazione è ancora più grave considerando che l’estumulazione di un cadavere è una pratica strettamente regolamentata, che di solito avviene a seguito della scadenza dei trent’anni di permanenza nel loculo, a meno che la salma non sia in buone condizioni, come nel caso specifico, e necessiti della cremazione.
L’estumulazione di una salma è prevista per legge dopo trent’anni, con il trasferimento dei resti nell’ossario comune. Tuttavia, nei casi in cui la salma sia in buone condizioni di conservazione, come nel caso in questione, può essere prevista la cremazione. In alternativa, alcuni scelgono la procedura più drastica di ridurre il cadavere in pezzi per collocarlo nella “cassetta ossario”. Questo è stato il caso del dipendente licenziato, che ha approfittato delle normative in vigore per ottenere un profitto illecito.