
Caso-Ilaria Sula, sotto indagine anche i genitori di Mark Samson

Mark Samson, il 23enne reo confesso dell’omicidio di Ilaria Sula, ha raccontato agli inquirenti una versione che non sembra convincere del tutto. Piange, si commuove, ammette di aver agito da solo, ma tace sul possibile coinvolgimento dei suoi genitori. Una reticenza che ha spinto la Procura a indagare anche su di loro. Il delitto, secondo la ricostruzione ufficiale, si è consumato nell’appartamento di famiglia, 50 metri quadri nel quartiere Africano di Roma, e il corpo è stato poi chiuso in una valigia e abbandonato in un burrone a 40 chilometri dalla Capitale.
Le autorità stanno ora cercando di capire se i genitori di Samson, Rik Samson e Nors Mazlapan, abbiano assistito o addirittura aiutato il figlio nell’occultamento del cadavere. Entrambi sono stati già ascoltati come persone informate sui fatti, ma la loro versione — secondo cui non si sarebbero nemmeno accorti della presenza della ragazza — agli inquirenti sembrerebbe poco credibile. Un dettaglio chiave è l’orario della morte: mentre inizialmente si era parlato della sera del 25 marzo, Mark ha spostato l’orario al mattino successivo, quando il padre era al lavoro e la madre, malata di cuore, ha dichiarato di non poter sollevare pesi.
Durante l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, Mark ha descritto il delitto come un raptus scatenato dalla gelosia dopo aver letto un messaggio sul telefono di Ilaria. Ha raccontato di averla colpita con un coltello da cucina e, dopo la morte, di essere uscito per acquistare prodotti per pulire, avvolgere il corpo in sacchi della spazzatura e infilarlo nella valigia. Tutto da solo, ha dichiarato, evitando qualsiasi risposta su un eventuale coinvolgimento dei genitori.
L’autopsia ha accertato la presenza di tre coltellate al collo e ha rivelato che la giovane era a stomaco vuoto, circostanza che lascia aperti dubbi sull’orario reale della morte. Inoltre, la gestione lucida delle fasi successive al delitto — dalla pulizia dell’appartamento alla comunicazione ingannevole con la famiglia della vittima — fa emergere interrogativi sulla possibile premeditazione.
Intanto proseguono le verifiche sui cellulari e si attendono gli esiti di una nuova perizia sull’appartamento. Gli inquirenti vogliono chiarire se davvero Mark abbia agito da solo o se la famiglia abbia avuto un ruolo più profondo nella tragedia.