
Ostia, si indaga sul movente del 24enne piromane

È stato fermato mercoledì sera intorno alle 22.15 nei pressi dello stabilimento Plinius, l’ultimo colpito da un incendio in una drammatica serie di sette roghi appiccati in meno di un’ora sul lungomare di Ostia. Il presunto autore è Alessandro M., 24 anni, italiano, senza fissa dimora, già presente da alcuni giorni nella zona. L’arresto è avvenuto grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e alla segnalazione di due cittadini che lo hanno bloccato. Il giovane ha ammesso le sue responsabilità davanti al pm Stefano Opilio, affermando di aver agito da solo “per tristezza, per frustrazione”, e di “sentire delle voci nella testa”, come se “qualcuno mi avesse installato un chip”. La procura, che procede per incendio doloso, ha disposto una perizia psichiatrica.
L’itinerario incendiario, ricostruito anche grazie ai rilievi dei vigili del fuoco, si è snodato tra gli stabilimenti Bagni Vittoria, Arcobaleno, Salus/Elmi, Battistini, Capanno, Delfino e infine Plinius. In molti casi, sono stati utilizzati materiali trovati sul posto: legni, canne di bambù, pezzi di plastica. In alcuni luoghi sono state rinvenute tracce compatibili con tentativi di innesco, come una tanica bruciata o una padella con residui carbonizzati. La sequenza degli episodi e i tempi tra un incendio e l’altro sono compatibili con un’azione solitaria a piedi, lungo il bagnasciuga.
Secondo Claudio Mencacci, psichiatra e co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, la noia può trasformarsi in un potente fattore di rischio, come ha spiegato al quotidiano Il Tempo: “È legata a una profonda frustrazione emotiva e può sfociare in comportamenti antisociali”. L’esperto sottolinea che “in contesti di marginalità, la noia diventa un detonatore per atti violenti”. Tuttavia, questo non implica necessariamente la presenza di un disturbo specifico come la piromania. L’inchiesta prosegue per verificare ogni dettaglio e valutare le condizioni psicologiche del giovane.