
Gli intrighi nella Mala romana, da “Diabolik” alle fughe a Dubai

La condanna all’ergastolo di Raul Esteban Calderon per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, avvenuto il 7 agosto di sei anni fa al parco degli Acquedotti, ha chiuso un capitolo della storia criminale romana. Tuttavia, le indagini proseguono per individuare i mandanti di questo omicidio.
Piscitelli, noto come “Diabolik”, era una figura di spicco nella criminalità romana, con legami con la Camorra e la Banda della Magliana. Il processo ha rivelato una rete di narcotraffico che coinvolgeva figure come Arben Zogu, Dorian Petoku, Elvis Demce, Kolaj Orial, Bardhi Petrit e Yuri Shelever, i nomi più noti della criminalità albanese a Roma. Tutti hanno fatto parte di quella che ormai gli investigatori chiamano “banda Diabolik”, nota alle cronache come la “batteria di Ponte Milvio”. All’ombra di Fabrizio Piscitelli gli albanesi si erano creati una vasta rete di contatti che ha permesso loro di “sopravvivere” anche dopo la morte del leader. Per conto di Diabolik facevano da “picchiatori”, recuperando i crediti delle estorsioni, smerciavano droga per le strade e fornivano protezione al capo. Ma la batteria era secondo gli inquirenti anche «al servizio dei “napoletani”, insediatisi a Roma Nord, tra cui i fratelli Esposito, Salvatore e Genny, facenti capo a Michele Senese.
Le indagini hanno svelato un complesso scenario criminale, con traffici di droga che si estendono oltre i confini italiani. La fuga di Petoku a Dubai, dove è stato arrestato l’anno scorso (ma si attende ancora l’estradizione), e le tracce di società che producono smartphone anti-intercettazione portano gli inquirenti a indagare su intricate connessioni internazionali.
La collaborazione dei pentiti, come i fratelli Capogna, ha fornito dettagli sui rapporti tra i criminali e sul controllo delle piazze di spaccio. Giuseppe Molisso e Leandro Bennato, vicini a Michele Senese, sono emersi come figure chiave nel narcotraffico romano. Le indagini hanno anche rivelato la presenza di gruppi criminali emergenti, come gli spacciatori nordafricani e i boss nigeriani, che competono per il controllo del mercato della droga a Roma.
La storia di Piscitelli e dei suoi legami continua a rivelare un quadro complesso e in continua evoluzione sulla rete della mala della Capitale, con scenari che si estendono a Dubai e perfino oltre.