
Rumeno appena giunto in Italia tenta un furto al Viminale: arrestato

La notte tra giovedì e venerdì scorsi, il Ministero dell’Interno a Roma è stato teatro di un tentato furto che ha visto protagonista Vlad Moise, un cittadino rumeno di 46 anni. L’uomo, giunto in Italia da pochi giorni, ha cercato di introdursi nei locali del Viminale, sede degli uffici dei vertici della Polizia di Stato, per scopi e motivazioni che sono al vaglio degli inquirenti.
L’allarme è scattato intorno alle 5 del mattino, quando i carabinieri del Nucleo Radiomobile, durante un normale pattugliamento, sono stati allertati. Giunti sul posto, hanno immediatamente notato il cancello pedonale esterno forzato, segno evidente dell’intrusione. «Non si ruba a casa delle “guardie”», un adagio che si è rivelato quanto mai attuale in questa circostanza.
Moise aveva già superato la recinzione e si stava dirigendo verso il garage, dove erano custodite 16 automobili. I carabinieri lo hanno sorpreso mentre tentava di forzare una delle porte di accesso. Ne è nato un breve inseguimento, durante il quale l’uomo ha opposto resistenza, danneggiando anche una telecamera di sicurezza nel tentativo di eludere la sorveglianza. «Avrebbe anche danneggiato una delle telecamere di sicurezza, posizionata sul muro adiacente a quello del garage», si legge nei rapporti delle forze dell’ordine.
Una volta bloccato e arrestato, Moise è stato condotto in caserma per ulteriori accertamenti. Dalla perquisizione è emerso che l’uomo era giunto in Italia in treno da pochi giorni, ma le ragioni del suo arrivo e del tentato furto rimangono ancora avvolte nel mistero. «Non è si è capito per quale ragione sia arrivato a Roma, né che cosa lo abbia spinto nel suo tentativo di effrazione negli uffici del ministero dell’Interno», hanno dichiarato gli inquirenti.
Il pm Mario Pesci ha convalidato l’arresto per tentato furto aggravato e ha disposto il divieto di dimora nella Capitale. L’udienza è stata fissata per settembre, quando avrà inizio il processo. Nel frattempo, le indagini proseguono per chiarire i motivi del gesto e per verificare se l’uomo abbia agito da solo o con la complicità di altri. «Il tempestivo intervento dei carabinieri ha evitato che si introducesse nello stabile», hanno sottolineato le autorità, evidenziando l’efficacia del sistema di sicurezza del Viminale.