
Rifiuti illegali a Roma: il business milionario a danno dei cittadini

Il lato oscuro dello smaltimento dei rifiuti a Roma rivela un business milionario che avvelena la città e mette a rischio la salute pubblica. Dalle indagini della DDA di Roma emerge un quadro allarmante: discariche abusive, roghi tossici e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi sono all’ordine del giorno. «Frigoriferi, lavatrici, automobili, tutto quanto ammassato senza criterio e poi dato alle fiamme per recuperare i materiali di pregio», si legge nella relazione, evidenziando il pericolo ambientale e per la salute provocato da simili incendi scriteriati.
Questo è solo uno degli aspetti di un traffico illecito che coinvolge anche il pagamento di “mazzette” per l’abbandono di rifiuti in discariche abusive e lo sversamento di materiali pericolosi nei tombini. Le inchieste rivelano una vera e propria catena di montaggio criminale: stoccaggio, vendita e smaltimento di scarti, anche pericolosi, fatti sparire con le fiamme. Calcinacci, elettrodomestici, batterie, fusti contenenti solventi e prodotti chimici: tutto viene accatastato e bruciato. «Ferro e rame, sottratti al rogo, venivano venduti ad autodemolitori e rottamatori, che li cedevano, sovrapprezzo, alla clientela».
In un solo anno, sono stati gestiti quasi 3 milioni di chili di rifiuti ferrosi senza autorizzazioni, con guadagni altissimi per i trasportatori e i rivenditori. Nel 2022, un’altra inchiesta ha portato alla luce lo smaltimento irregolare di rifiuti e liquami provenienti da case e campi rom, riversati nei tombini o interrati nei campi. Il volume del raggiro ammonta a circa 3 milioni di euro. Nel gennaio 2024, una vasta discarica abusiva è stata scoperta a sud-ovest di Roma, con rifiuti speciali, chimici, sanitari, vernici, ferro, elettrodomestici e mobili. L’accesso alla discarica era a pagamento, con costi diversi a seconda del materiale da smaltire. Le conseguenze di questo traffico illecito sono pesanti per i cittadini e per il Campidoglio: bonificare le discariche illegali e risanare i campi nomadi dopo i roghi costa milioni di euro. Senza contare i danni per la salute di chi, suo malgrado, è costretto a respirare i fumi provocati dai roghi indiscriminati di materiali anche pericolosi.