
Roma, maltrattamenti in casa: il dramma di una donna e di suo figlio

Una storia di paura e sopraffazione emerge dal processo in corso davanti ai giudici della quinta sezione collegiale di Roma. Una donna peruviana di 47 anni e suo figlio, avuto da una precedente relazione, hanno testimoniato contro il marito della donna, un uomo di 49 anni accusato di maltrattamenti e violenza sessuale.
La vittima ha raccontato come il marito, con cui era arrivata in Italia nel 2018, avesse progressivamente assunto atteggiamenti oppressivi, impedendole di imparare la lingua e di trovare un lavoro. La situazione sarebbe peggiorata con il lockdown, quando l’uomo, ricominciando a bere, ha iniziato a sfogare la sua aggressività sulla moglie con insulti, scenate e atti di violenza.
Il figlio della donna ha ricordato episodi di rabbia incontrollata, come quando il patrigno aveva rotto piatti e stoviglie perché la moglie non era abbastanza gelosa del suo passato, o quando aveva distrutto mobili accusandola di un tradimento inesistente. L’unico argine a questi episodi sarebbe stato proprio il ragazzo, all’epoca minorenne, che cercava di proteggere la madre mettendosi fisicamente tra lei e l’uomo.
Il punto più drammatico del racconto riguarda la presunta violenza sessuale. La donna ha riferito di essersi svegliata una mattina stordita e con dolori diffusi. L’uomo, con un messaggio, le avrebbe confessato di aver abusato di lei dopo averle somministrato una dose eccessiva del farmaco che prendeva per dormire. Da quel momento, ha smesso di dormire con lui e si è rifugiata nella stanza del figlio. Nonostante ciò, l’uomo sarebbe riuscito a entrare grazie a una chiave pass partout, costringendo madre e figlio a barricarsi con sedie davanti alla porta per proteggersi.
Il giovane, provato psicologicamente, ha iniziato a soffrire di insonnia e crisi di ansia. A scuola, il preside ha notato il suo disagio e, dopo un colloquio con la madre, l’ha incoraggiata a denunciare. A seguito della segnalazione, la donna e suo figlio sono stati accolti in una struttura della Caritas, dove vivono tuttora.
Il processo proseguirà a giugno con la deposizione dell’imputato, seguita dalla discussione delle parti e dalla sentenza.