
Roma, vigili urbani: il Tar del Lazio annulla il bonus esperienza

Il Tar del Lazio ha emesso una sentenza che mette in discussione i criteri di valutazione per le progressioni di carriera dei vigili urbani a Roma. Il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso di tre agenti di polizia locale, contestando il bonus attribuito all’esperienza maturata specificamente nella Capitale.
La controversia nasce da un bando del Campidoglio del 2023, che assegnava un punteggio maggiore agli anni di servizio svolti a Roma rispetto a quelli maturati in altre città. Il Tar ha ritenuto questa disparità ingiustificata, affermando che non esistono elementi sufficienti per dimostrare che l’attività professionale nella Capitale presenti specificità tali da giustificare un trattamento di favore.
La sentenza del Tar ha suscitato reazioni contrastanti. Antonio De Santis, consigliere capitolino ed ex assessore al Personale, ha espresso soddisfazione per la decisione, definendo “anomalo” il criterio di valutazione precedente. Il Campidoglio, invece, ha minimizzato l’impatto della sentenza, sostenendo che si applicherà solo ai tre agenti ricorrenti e non stravolgerà la graduatoria complessiva.
La decisione del Tar rappresenta un importante precedente in materia di progressioni di carriera nella pubblica amministrazione. Il principio di meritocrazia viene ribadito, sottolineando che l’esperienza professionale deve essere valutata in modo equo, indipendentemente dalla città in cui è stata maturata. La sentenza del Tar, inoltre, ha confermato la legittimità degli altri criteri di valutazione contestati nel ricorso, come il peso attribuito all’esperienza e al colloquio. Il tribunale ha ritenuto che tali criteri rientrino nella discrezionalità della pubblica amministrazione.
In conclusione, la sentenza del Tar del Lazio segna un punto a favore della meritocrazia e dell’equità nelle progressioni di carriera dei vigili urbani. La decisione mette in discussione il criterio del bonus per l’esperienza maturata a Roma, aprendo un dibattito sulla necessità di uniformare i criteri di valutazione nella pubblica amministrazione.