
Caso Camilla Sanvoisin: proseguono le indagini sulle cause del decesso

Le indagini sulla morte di Camilla Sanvoisin, la 25enne trovata priva di vita il 14 febbraio nella villa in zona Giustiniana dove viveva con il compagno Giacomo Celluprica, proseguono con ulteriori accertamenti. Dopo l’autopsia e i prelievi eseguiti all’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica, il pm Mario Dovinola ha disposto una perizia sui dispositivi elettronici della coppia per far luce sulle ultime ore della ragazza. I risultati saranno disponibili entro trenta giorni.
“Barcollava, non si reggeva in piedi e diceva di avere conati di vomito”, ha raccontato una vicina, riferendosi a Camilla già dal pomeriggio precedente al ritrovamento del corpo. Il compagno ha ammesso di aver assunto eroina con lei quella sera, ma di essersi addormentato presto, mentre la giovane avrebbe continuato ad assumere droga. Una versione che è al vaglio del pm per verificarne la veridicità e individuare le possibili responsabilità.
Gli investigatori cercano ora di identificare il pusher che ha fornito la sostanza letale. Gli agenti del Commissariato Flaminio Nuovo hanno acquisito i tabulati telefonici e seguito le tracce fino a Tor Bella Monaca, dove si sospetta che un uomo di origine africana possa essere il fornitore. Se confermata la presenza di fentanyl nella droga, l’accusa a suo carico potrebbe aggravarsi. Proprio la possibile presenza di questa sostanza, un oppioide altamente pericoloso che negli Stati Uniti sta provocando una strage di tossicodipendenti, è un’ipotesi che gli inquirenti stanno valutando con particolare attenzione.
L’autopsia ha escluso segni di violenza e confermato che la morte è avvenuta per un arresto cardiocircolatorio, probabilmente dovuto a un’overdose. Intanto, la madre di Camilla ha condiviso un video della figlia al concerto dei Coldplay, sorridente e felice. Un ultimo ricordo di una giovane vita spezzata troppo presto.