
Fanno scappare il suo gatto, lui dà fuoco alla palazzina: arrestato

Un gesto folle che ha lasciato senza casa dieci persone. Il 28 gennaio scorso, un uomo di 53 anni, di nazionalità romena, ha dato fuoco all’appartamento della convivente nel quartiere Montesacro, a Roma. Il motivo? Il gatto Pepito era scappato. L’uomo stesso ha chiamato i soccorsi quando le fiamme erano ormai alte e il fumo aveva invaso le scale della palazzina di via Monte Senario. Diversi residenti sono rimasti intossicati e sono stati trasportati in ospedale per accertamenti.
L’incendiario è stato arrestato e processato per direttissima il giorno seguente. Il giudice ha convalidato la misura cautelare in carcere. Del gatto non si hanno più notizie, mentre per gli inquilini della palazzina i problemi sono appena iniziati. L’edificio è stato dichiarato inagibile e sette famiglie, per un totale di dieci persone, sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Molti di loro, compresi malati oncologici, si trovano ancora in una sistemazione provvisoria messa a disposizione dalla Protezione Civile di Roma Capitale, presso un hotel nei pressi del carcere di Rebibbia.
Il ripristino dell’edificio richiede interventi complessi: la sostituzione dell’impianto elettrico centrale, la verifica delle condutture del gas e la riattivazione del riscaldamento. Inoltre, ciascun proprietario dovrà occuparsi dei lavori interni necessari per rendere nuovamente abitabile il proprio appartamento. Secondo l’amministratore di condominio, ci vorrà almeno un mese e mezzo per rendere l’edificio nuovamente agibile, ma l’assistenza garantita dal III Municipio ha una durata massima di 30 giorni.
Molti degli sfollati sono anziani o non dispongono di risorse per provvedere autonomamente a un’ulteriore sistemazione. Inoltre, alcuni appartamenti richiederanno lavori extra a carico dei proprietari, che potranno rivalersi sul responsabile dell’incendio, ma dovranno inizialmente sostenere le spese da soli. Il rischio concreto è che la vicenda si protragga per mesi.
Per affrontare l’emergenza abitativa degli sfollati, è stato convocato un incontro tra il III Municipio, l’amministratore del condominio e i residenti. L’obiettivo è individuare soluzioni che non gravino sulle famiglie in difficoltà. “Vogliamo garantire che nessuno resti senza un tetto“, ha dichiarato il presidente del Municipio, Paolo Marchionne.
Alle sette famiglie inizialmente assistite, se ne sono aggiunte altre tre. “Abbiamo ben chiaro l’elenco delle fragilità“, ha aggiunto Marchionne. Tra gli sfollati ci sono persone malate che da oltre due settimane vivono in hotel, con il timore di non poter rientrare nelle loro case in tempi brevi.
“Siamo riusciti a recuperare qualche effetto personale, ma il fumo ha reso i nostri appartamenti invivibili“, racconta una residente, affetta da una grave patologia. “Vorrei solo tornare a casa“, aggiunge, esprimendo il senso di smarrimento che accomuna gli sfollati. Una situazione drammatica, scaturita da un gesto insensato, che ha messo in ginocchio un’intera comunità.