
Roma, rubata una joëlette per disabili: l’appello disperato dei volontari

Correre insieme, superare ostacoli e condividere emozioni. Questo è il senso delle gare in joëlette, carrozzine speciali che permettono ai ragazzi con disabilità fisiche o sensoriali di vivere il sogno della corsa insieme ai runner volontari. Tra loro c’è anche Marta, 22 anni, affetta da una sindrome rara, che ogni mese si allena con la Sod Italia Running Team, un’associazione impegnata a dare opportunità alle persone con malattie invalidanti. La Sod porta avanti un progetto di inclusione attraverso lo sport, permettendo ai ragazzi di partecipare a eventi podistici come la Corsa di Miguel o la Mezza Maratona di Roma, trasformando il gesto della corsa in un simbolo di libertà. Ma un gesto vile ha interrotto questo sogno: nella notte tra venerdì e sabato, una joëlette è stata rubata da un’auto parcheggiata su viale Tirreno, privando un ragazzo ipovedente e tanti altri giovani di uno strumento essenziale per la loro partecipazione alle attività.
Il furto ha scatenato rabbia e indignazione tra i volontari e le famiglie coinvolte, che vedono la joëlette non solo come un ausilio tecnico, ma come un simbolo di speranza e inclusione. Silvia, madre di Marta, non riesce a capacitarsi dell’accaduto. “Ormai non c’è pace neanche per le persone disabili”, afferma con amarezza. La carrozzina, ultra-tecnologica e progettata per corse e trekking, era stata prestata da un’associazione di Cerveteri. “I ladri devono capire che non possono farci nulla, devono lasciarla da qualche parte e farcela ritrovare. Non devono distruggerla, perché per tanti ragazzi è l’unico modo per vivere un’esperienza diversa e sentirsi parte di qualcosa”, aggiunge. La sua voce si fa ancora più emozionata quando ricorda Anna Claudia Cartoni, una volontaria della Sod tragicamente scomparsa nel mare dell’Argentario nel 2022, e il suo impegno nel rendere lo sport accessibile a tutti.
La solidarietà e la lotta per l’inclusione passano anche attraverso la memoria e la resistenza alle ingiustizie. La Corsa di Miguel, a cui Marta ha partecipato con entusiasmo, rappresenta un inno alla lotta contro la discriminazione e la sopraffazione. “Gli eventi podistici sono i momenti più belli, sono inclusivi, fanno sentire i ragazzi parte di una squadra. Gli alfieri, i runner che spingono le carrozzine, spesso ci ringraziano per l’esperienza che vivono con noi”, racconta Silvia. Ma ora una di quelle carrozzine non c’è più e con essa si rischia di spezzare un sogno costruito con sacrificio e passione. “Ridateci la joëlette, vi prego”, conclude la mamma di Marta, lanciando un ultimo disperato appello affinché venga restituita al più presto.