
Stupro di Capodanno a Primavalle: nuovi sviluppi e processi in corso

Nuovi sviluppi nel processo per il cosiddetto stupro di Capodanno avvenuto nel 2020 in una villetta di Primavalle, dove una 16enne, in stato di incoscienza per l’uso di alcol e droga, fu violentata a turno da un gruppo di giovani. Claudio Nardinocchi, uno dei sei imputati, ha scelto il rito abbreviato, che in caso di condanna gli garantirà uno sconto di un terzo della pena. Sebbene la vittima lo abbia scagionato dall’accusa di violenza diretta, il 24enne resta imputato per aver fatto da “palo” per impedire l’accesso ai servizi igienici mentre gli altri cinque ragazzi, tra cui tre minorenni, abusavano della giovane. Un altro imputato, Flavio Valerio Ralli, ha invece optato per il rito ordinario: il giudice deciderà il 27 giugno se rinviarlo a processo. La sua ex fidanzata, minorenne all’epoca dei fatti, si è costituita parte civile contro di lui, accusandolo di averla costretta a partecipare alla violenza di gruppo.
Oltre al reato di violenza sessuale, l’inchiesta ha portato alla luce un vasto giro di droga durante la festa, che all’epoca si svolse nonostante le restrizioni anti-Covid. Tre ragazzi, tra cui Simone Maria Ceresani, nipote di Ciriaco De Mita, sono accusati di cessione di stupefacenti e hanno scelto di affrontare il rito ordinario. Secondo l’accusa, Ceresani avrebbe venduto cocaina e hashish a minorenni presenti alla serata, mentre Marco Palmieri avrebbe ceduto hashish e una sigaretta imbevuta di cocaina alla vittima e a un’altra ragazza. Anche Marco Chiappini è imputato per aver distribuito hashish ai partecipanti. Un altro giovane, Gabriel Petrazzi, è accusato di aver minacciato Ceresani con una pistola durante la serata. Il gup deciderà il 27 giugno se rinviarli a giudizio.
Il primo verdetto su questa vicenda è arrivato lo scorso dicembre, quando Patrizio Ranieri, un altro imputato, è stato condannato a 5 anni e mezzo di reclusione. I giudici hanno escluso il reato di stupro di gruppo, riqualificando gli abusi come violenza sessuale individuale. Le motivazioni della sentenza, attese nelle prossime settimane, potrebbero influenzare anche il processo degli altri imputati, che sperano di ottenere una derubricazione dell’accusa. Nel frattempo, l’associazione “Bon’t worry noi possiamo ingo” si è costituita parte civile nel nuovo processo, dopo essere stata esclusa dalla richiesta di risarcimento nel procedimento già concluso contro Ranieri. Il caso di Primavalle continua a far discutere, lasciando aperti interrogativi sulla giustizia per la vittima e sulla responsabilità dei giovani coinvolti.