
Infiltrazioni mafiose a Roma: 31 attività imprenditoriali colpite nel 2024

Nel 2024, le forze dell’ordine hanno messo sotto la lente d’ingrandimento un numero significativo di attività imprenditoriali sospette, coinvolte in infiltrazioni mafiose. I settori più colpiti sono quelli della ristorazione, dei bar, delle concessionarie d’auto e dei centri estetici. Tali attività, purtroppo, sono diventate strumenti utili per il riciclaggio di denaro sporco, connesse principalmente al traffico internazionale di stupefacenti e alle operazioni illecite condotte da potenti consorterie criminali. Questi imprenditori, direttamente o indirettamente legati a clan di stampo calabrese, utilizzano i propri locali come vere e proprie “lavanderie” per ripulire il denaro derivante da traffici illeciti di grande portata.
Nel corso dell’anno, le indagini hanno portato a ben 31 interdittive antimafia, emesse dal prefetto, che hanno colpito attività di varia natura. In particolare, 29 di esse hanno subito provvedimenti di interdizione, mentre altre due sono state inserite nella “White list”. La maggior parte delle attività si trovano nella Capitale e nel suo hinterland, in zone notoriamente sensibili alla criminalità organizzata. Uno degli esempi più eclatanti riguarda il coinvolgimento di un noto locale di Ponte Milvio, utilizzato dai clan Giorgi e Pelle come centro per il riciclaggio del denaro, nell’ambito dell’operazione “Eureka”. In totale, sette ristoranti e pizzerie sono stati inclusi nelle indagini, per lo più legati alle organizzazioni mafiose calabresi, in particolare la ‘ndrangheta.
Il sistema di infiltrazione mafiosa, ben rodato, si estende ben oltre il semplice utilizzo di locali per il riciclaggio. Spesso le organizzazioni criminali imponevano forniture di prodotti o il controllo di determinati settori. Questo “cartello” economico ha permesso ai clan di esercitare una grande influenza su diversi tipi di attività, dai forni e laboratori artigianali, fino alle concessionarie d’auto e ai centri estetici. Le forze dell’ordine, attraverso operazioni mirate come “Tritone”, hanno svelato l’ampiezza di queste reti criminali, che toccano anche zone come Anzio, con attività diverse fra cui ristoranti, pizzerie e società di spurgo. Nonostante gli sforzi delle autorità, l’infiltrazione mafiosa continua a rappresentare una minaccia per l’economia e la sicurezza delle città italiane.