
Raid esplosivo a Borghesiana: indagini dell’Antimafia sull’attentato

Un violento raid in stile narco-guerrigliero ha scosso il quartiere Borghesiana di Roma, dove sabato all’alba sono stati esplosi colpi di arma da fuoco e lanciati ordigni esplosivi contro l’appartamento di un noto pusher tunisino. L’attacco ha spinto la Procura ad aprire un fascicolo per tentata strage, considerando l’episodio come una vera e propria dichiarazione di guerra tra gruppi criminali. L’abitazione presa di mira appartiene a Amine Mohamed Alaya, detto Kalo, un 30enne già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio di droga. Nessuno è rimasto ferito, ma i danni sono stati ingenti, tanto che l’appartamento e quello sottostante sono stati dichiarati inagibili dai vigili del fuoco. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile di Roma.
Secondo gli inquirenti, chi ha organizzato l’attacco voleva mostrare la propria potenza di fuoco. Gli ordigni lanciati dall’auto in corsa contenevano tritolo, un esplosivo particolarmente potente che non è alla portata di piccoli spacciatori, ma di gruppi criminali ben armati. Le modalità del raid ricordano quelle dei clan della ‘Ndrangheta, che a Roma hanno importanti ramificazioni. Tra i nomi emersi durante le indagini vi è quello di Giancarlo Tei, amico del boss Elvis Demce e considerato uno dei principali referenti della criminalità calabrese nella capitale. Già nel 2022, gli investigatori avevano ricostruito faide tra clan consolidati e gruppi emergenti. Tei stesso era scampato a due agguati, ma al momento risulta ancora latitante. Il potente esplosivo utilizzato e la dinamica dell’attacco lasciano supporre che l’episodio possa rientrare in una più ampia lotta per il controllo delle piazze di spaccio.
Amine Mohamed Alaya, detto Kalo, era già noto per i suoi legami con il mondo dello spaccio a Tor Bella Monaca. Arrestato nel 2020 insieme ad altri personaggi di spicco come Leonardo Bevilacqua, detto Bruno lo zingaro, e Manolo Romano, era stato costretto a lasciare la piazza dell’R10 per trasferirsi in via Cianciana. Nonostante le restrizioni imposte, i suoi traffici sembravano continuare senza sosta, come testimoniato dai residenti della zona. La guerra tra clan non si limita a Tor Bella Monaca, ma si estende fino a Nettuno, enclave della ‘ndrina Gallace. Qui, nel 2013, si rifugiò uno dei cugini Sparapano dopo una sparatoria avvenuta nel locale Alibi di Testaccio. Le recenti tensioni fanno temere una nuova stagione di scontri tra gruppi criminali, con l’obiettivo di riaffermare il controllo sulle principali piazze di spaccio della città. Gli investigatori stanno cercando di comprendere chi abbia ordinato l’attacco e quali siano gli interessi in gioco in questa nuova ondata di violenza.