
Roma, affitti brevi e sicurezza: stop ai keybox, ospiti da identificare

In un contesto di crescente diffusione degli affitti brevi, il Viminale ha introdotto una circolare che cambia le regole per garantire maggiore sicurezza. L’obiettivo è evitare che la consegna delle chiavi tramite sistemi automatizzati, come i keybox, avvenga senza un controllo diretto sull’identità degli ospiti. La semplice trasmissione dei documenti online non è più sufficiente, e i gestori delle strutture dovranno verificare fisicamente l’identità degli affittuari. Questa misura è stata giudicata necessaria per rispondere ai rischi legati all’uso sempre più diffuso di alloggi turistici prenotati online, specialmente in un “momento storico delicato” a livello internazionale.
Implicazioni per gestori e ospiti
La nuova normativa impone un cambiamento significativo nel modo di gestire gli affitti brevi. I keybox, largamente utilizzati per la loro praticità, saranno regolamentati in modo più stringente. Ogni gestore dovrà comunicare tempestivamente alle autorità competenti i dati degli ospiti e verificare la corrispondenza con i documenti presentati. Questo obbligo nasce anche per prevenire potenziali abusi, come il mancato rispetto delle normative fiscali o la possibilità che le strutture siano utilizzate per attività illecite. Nel 2023, con oltre 7 miliardi di euro generati dalle piattaforme come Airbnb, la crescente importanza economica del settore richiede una regolamentazione più rigorosa per tutelare sicurezza e legalità.
Reazioni e prospettive future
Le nuove regole hanno suscitato diverse reazioni tra operatori e autorità. Daniela Santanchè, ministro del Turismo, ha apprezzato l’iniziativa del Viminale, sottolineandone l’importanza per garantire maggiore sicurezza nei centri urbani e nelle località turistiche. Tuttavia, alcuni gestori lamentano un aumento della burocrazia che potrebbe penalizzare il settore. La nuova normativa rappresenta un primo passo verso una regolamentazione più chiara degli affitti brevi, affrontando al contempo le criticità legate all’evasione fiscale e ai rischi per la sicurezza pubblica. Gli operatori auspicano un dialogo costruttivo con le istituzioni per trovare un equilibrio tra efficienza e legalità.