
Crescita allarmante di attacchi hacker: il sistema italiano sotto assedio

Il sistema informatico italiano è sotto pressione a causa di una crescente ondata di attacchi hacker. Secondo i dati più recenti dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, le infrazioni informatiche sono aumentate del 65% tra il 2022 e il 2023, evidenziando falle nel sistema di difesa nazionale contro i crimini digitali. Questa escalation mette a nudo le vulnerabilità delle reti di aziende e pubblica amministrazione, spesso obsolete e facilmente penetrabili.
Il panorama degli attacchi vede protagonisti non solo organizzazioni criminali ben strutturate, ma anche singoli hacker definiti “lupi solitari”, che sfruttano nuove tecnologie di phishing e malware per infiltrarsi nei sistemi informatici. Grazie alla facilità con cui si può accedere a software malevoli sul dark web, i pirati informatici possono agire in modo indipendente, colpendo aziende, istituzioni e utenti privati.
Il G7 della Privacy, tenutosi a Roma, ha lanciato un appello urgente alla regolamentazione e alla protezione della sicurezza digitale a livello globale. L’incontro ha visto la partecipazione di esperti in cybersicurezza e autorità politiche, che hanno discusso delle misure da adottare per contrastare la crescente minaccia informatica. Tra i temi centrali, l’importanza di una regolamentazione che tenga conto delle sfide poste dall’intelligenza artificiale, sempre più utilizzata per automatizzare attacchi informatici su vasta scala.
I numeri rivelano un quadro preoccupante: l’11% dei cyberattacchi globali ha avuto come bersaglio l’Italia negli ultimi due anni. Questo pone il nostro Paese tra i più colpiti, evidenziando l’urgenza di un intervento strutturato. Le aziende e gli enti pubblici, spesso impreparati, sono le vittime principali, con sistemi informatici non aggiornati e personale poco addestrato.
Uno dei problemi più critici è proprio la mancanza di professionisti altamente qualificati nel campo della cybersicurezza. Il 60% delle organizzazioni intervistate da ISACA, l’associazione globale degli esperti di sicurezza informatica, ha segnalato una carenza di personale preparato per fronteggiare le emergenze cyber e anche nei team dedicati alla sicurezza interna, le competenze risultano spesso insufficienti a bloccare minacce complesse.
Nonostante i continui allarmi, molte aziende italiane sembrano sottovalutare il rischio, non investendo abbastanza in infrastrutture e formazione: il risultato è una pericolosa vulnerabilità che espone dati sensibili e sistemi vitali a intrusioni frequenti, con gravi conseguenze economiche e legali. L’arresto recente di un hacker italiano, coinvolto nel furto di dati da grandi banche italiane, tra cui Intesa Sanpaolo, ha messo in luce come i criminali informatici siano ormai una minaccia concreta e radicata anche all’interno del nostro Paese.
Il G7 della Privacy ha infine sottolineato la necessità di un approccio multilaterale, dove la cooperazione internazionale e l’innovazione tecnologica siano alla base di una nuova difesa digitale. L’intelligenza artificiale, se regolamentata correttamente, potrebbe diventare un alleato fondamentale nella lotta contro gli attacchi informatici, proteggendo aziende e cittadini da minacce sempre più sofisticate.
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