
PNRR in stallo: 59 miliardi di opere a rilento, Ance chiede pagamenti più rapidi

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) lancia l’allarme: sono ben 59 miliardi di opere legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ancora in attesa di essere avviate o completate, e la lentezza nei pagamenti rischia di far slittare le scadenze previste per il 2026. I costruttori avvertono che i ritardi burocratici e amministrativi stanno penalizzando il settore delle opere pubbliche, frenando la crescita del Paese in un momento cruciale. Luigi Schiavo, vicepresidente dell’Ance, ha espresso preoccupazione durante un incontro con esponenti del governo, del mondo imprenditoriale e tecnico: “Molti appalti sono stati assegnati, ma i lavori non sono ancora partiti, le imprese aspettano da mesi i pagamenti per lavori già eseguiti”.
La questione riguarda in particolare il sistema di fatturazione, con le aziende che, secondo i dati dell’Ance, attendono fino a 5 mesi per ricevere i pagamenti per lavori già svolti. Questo allungamento dei tempi sta mettendo a rischio la sostenibilità economica di molte imprese che operano nel settore delle infrastrutture. Il presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, ha spiegato che ci sono almeno 11 miliardi di euro di crediti ancora in sospeso, con un ritardo medio di 30 giorni sui tempi previsti dalla normativa.
Oltre ai pagamenti, un altro nodo critico riguarda l’approvazione dei cantieri. I costruttori hanno evidenziato che solo il 18% delle somme assegnate è stato effettivamente speso, lasciando la maggior parte dei fondi destinati alle opere pubbliche ancora inutilizzati. I tecnici e gli esperti del settore chiedono una revisione del codice degli appalti per snellire le procedure e facilitare l’affidamento dei lavori. “Il problema non è solo legato ai fondi,” ha commentato ai media Brancaccio, “ma anche all’impegno necessario per avviare le opere in tempo e con costi controllati”.
Tra le preoccupazioni principali c’è il rischio che l’Italia non riesca a rispettare le scadenze fissate dal PNRR. Per evitare che i ritardi si accumulino ulteriormente, Ance ha sollecitato un intervento governativo mirato ad accelerare i processi decisionali e operativi. Solo così, secondo i costruttori, sarà possibile completare le opere entro la fine del 2026, evitando che parte dei fondi messi a disposizione dall’Europa vadano perduti. Un eventuale slittamento delle opere avrebbe conseguenze economiche rilevanti, rallentando la crescita e compromettendo la competitività del Paese.