
La baraccopoli di Porta Maggiore: l’arte povera del degrado urbano

Porta Maggiore, una delle zone storiche e trafficate di Roma, è diventata il centro di un fenomeno che riflette il degrado urbano della capitale. Nell’area di Piazzale Labicano, lungo le antiche mura dell’acquedotto Alessandrino, è sorta una baraccopoli. L’immagine di tende, ombrelloni e tele inchiodate alla struttura monumentale racconta una storia di abbandono e marginalità sociale, trasformando un’area storica in una “mostra di arte povera”.
Questo insediamento, nato nel tempo nell’indifferenza generale, è diventato un rifugio improvvisato per alcune famiglie rom che, con mezzi di fortuna, hanno allestito una vera e propria abitazione all’aperto. Gli ombrelloni servono per ripararsi dal sole, mentre i pezzi di legno inchiodati ai muri offrono una parvenza di intimità in un contesto che definisce in modo drammatico l’emergenza abitativa di Roma.
Il dettaglio che colpisce è il quadro appeso a una delle pareti di questa baracca, come fosse un normale elemento d’arredo in una casa. Il dipinto, posto sopra una recinzione di fortuna, rappresenta una veduta del Ponte di Rialto, simbolo di Venezia. Un’immagine quasi surreale in mezzo al caos e allo sporco di questa zona. La “casa” con vista Rialto è un evidente tentativo di dare dignità a uno spazio che di dignitoso ha ben poco.
L’area di Piazzale Labicano, già gravata dalla presenza di rifiuti e di una montagna di terra abbandonata, è diventata il punto di riferimento per chi non ha una casa stabile. La notte, camion scaricano terra e detriti nella zona, contribuendo a un degrado sempre più difficile da arginare. Nel frattempo, chi abita nella baraccopoli, ha cercato di ricavare un piccolo spazio di vita tra le macerie. La baracca ha anche una struttura portante di legno, ombrelloni e tende, che delineano una “stanza” a cielo aperto. È qui che vivono intere famiglie, cercando di sopravvivere in condizioni precarie.
Le proteste da parte dei residenti e delle associazioni locali si sono fatte sempre più forti, ma la risposta delle autorità rimane al momento insufficiente. L’area intorno a Porta Maggiore è diventata uno dei simboli del degrado romano, ma anche un esempio tangibile della mancanza di soluzioni strutturali al problema della casa nella capitale.
Nel frattempo, chi si trova a passare per la zona non può che notare la contraddizione tra la storicità delle mura e l’accampamento improvvisato. Questa baraccopoli, con il suo quadro appeso, rappresenta un’ulteriore prova di come il degrado si possa insinuare anche nei luoghi più preziosi della città.
Porta Maggiore, con la sua storia millenaria, oggi è purtroppo uno degli epicentri del disagio sociale di Roma. E mentre si cercano soluzioni, l’immagine del quadro sulla baracca resta come un simbolo potente: un tentativo di normalità in una situazione di abbandono, un gesto di resistenza contro il degrado quotidiano della vita urbana.