
Frode informatica, droga e immigrazione clandestina: maxi operazione tra Roma e Napoli, 11 arresti

Una complessa operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di 11 persone tra Roma e Napoli, smantellando una rete criminale specializzata in frodi informatiche, traffico di droga e immigrazione clandestina. Il gruppo, che operava principalmente tra Cesano e Anguillara, riusciva a infiltrarsi negli uffici postali e bancari grazie a impiegati compiacenti, utilizzando carte di credito clonate e profili falsi per truffare correntisti e trasferire ingenti somme di denaro.
Le indagini, coordinate dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri, hanno coinvolto oltre 50 indagati, tracciando guadagni illegali superiori a centomila euro. Il fulcro dell’organizzazione si trovava tra Roma e il lago di Bracciano, ma aveva ramificazioni in diverse regioni italiane e collaborava con gruppi internazionali. Tra le operazioni più fruttuose del gruppo vi era la creazione di falsi profili per frodi sui conti correnti, nonché la clonazione di carte e operazioni su piattaforme di pagamento online, grazie all’accesso ai sistemi bancari.
L’organizzazione non si limitava solo alle frodi informatiche: le intercettazioni hanno rivelato un vasto traffico di stupefacenti, con hashish, marijuana e cocaina introdotti nei circuiti del mercato illegale a Roma, specialmente nei quartieri di San Basilio e Tor Bella Monaca. A capo del traffico, secondo gli inquirenti, vi era un macedone di 27 anni, Albron Kjerimi, già noto alle autorità per il suo ruolo nel narcotraffico internazionale. Il gruppo di trafficanti sfruttava contatti con famiglie del crimine organizzato, riciclando i profitti delle frodi per finanziare l’acquisto di droga e armi.
Le indagini hanno permesso di scoprire anche un vasto sistema di immigrazione clandestina, che coinvolgeva principalmente cittadini bengalesi e afghani, introdotti illegalmente in Italia attraverso la rotta balcanica. Il gruppo gestiva l’ingresso di immigrati irregolari sfruttando complicità locali e canali di falsificazione documentale, permettendo agli stranieri di ottenere documenti falsi per spostarsi liberamente all’interno dell’Unione Europea.
Durante i numerosi blitz, oltre agli arresti, le forze dell’ordine hanno recuperato refurtiva rubata, compresi oggetti d’arte trafugati da una collezione privata e opere storiche scomparse dall’Accademia Pontaniana di Napoli. Tra gli oggetti sequestrati anche orologi di lusso, smartphone e gioielli, sottratti a turisti in transito. La banda utilizzava parte dei profitti per finanziare ulteriori attività criminali, facendo leva su una fitta rete di collaboratori.
Le forze dell’ordine hanno descritto l’organizzazione come “una macchina ben oliata”, capace di operare su più fronti, dalla frode digitale alla gestione del traffico di esseri umani. Le indagini, tuttavia, proseguono per individuare ulteriori complici e reti di supporto sia in Italia che all’estero.