
Tor Bella Monaca, maxi retata della Guardia di Finanza

Una maxi retata della Guardia di Finanza ha colpito duramente il traffico di droga a Tor Bella Monaca, uno dei quartieri più noti di Roma per lo spaccio. L’operazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, ha smantellato una rete criminale composta da italiani e albanesi, in guerra per il controllo delle piazze di spaccio con gruppi magrebini armati di pistole e kalashnikov. In totale, sono state arrestate nove persone, con il sequestro di oltre 450 piante di marijuana e la scoperta di un giro d’affari di oltre due milioni di euro, mentre sono 22 le persone indagate.
Le operazioni investigative, iniziate mesi fa, hanno portato a scoprire il coinvolgimento di personaggi di spicco nel narcotraffico internazionale. La droga, principalmente cocaina e marijuana, proveniva dalla Spagna e veniva distribuita attraverso una rete organizzata e gerarchica. Le intercettazioni hanno rivelato l’intensità della rivalità tra i vari gruppi, con minacce di morte reciproche e una costante tensione per il controllo delle piazze di spaccio. In particolare, i clan albanesi e magrebini si affrontavano apertamente, pronti ad usare le armi per difendere il proprio territorio.
Continuano intanto le ricerche di Giancarlo Tei, detto “Lallo”, considerato il capo della banda. Era lui a coordinare le attività di spaccio e a gestire i rapporti con i fornitori di droga, assicurandosi che le operazioni andassero avanti senza interruzioni. L’organizzazione faceva affidamento su una rete di “pusher dipendenti”, giovani spacciatori che ogni giorno lavoravano sotto la minaccia di ritorsioni, se non rispettavano le direttive. Lallo gestiva il traffico dalla sua abitazione e teneva regolari contatti con i fornitori albanesi.
La situazione era così grave che la violenza legata al traffico di droga aveva raggiunto livelli allarmanti. Le autorità hanno registrato episodi di sequestri, regolamenti di conti e minacce di morte. L’operazione ha permesso di sventare un imminente carico di cocaina proveniente dalla Spagna e destinato al mercato romano. Il narcotraffico, che vedeva coinvolti anche affiliati alla mafia albanese, rappresentava una minaccia per la sicurezza del quartiere.
Le autorità, attraverso il sequestro di armi e la chiusura di impianti per la coltivazione della marijuana, ritengono di aver dato un duro colpo alla criminalità organizzata della zona. Tuttavia, rimane alta l’attenzione su Tor Bella Monaca, considerata una delle principali roccaforti del narcotraffico nella capitale.