
Ruote ferme pedoni salvi: più sicurezza per le strade

Ruote ferme pedoni salvi: più sicurezza per le strade
Ruote ferme pedoni salvi
Giustizia riparativa dopo Torino, Roma. Nel 2021, il capoluogo piemontese è stata la prima città ad applicare la misura, poi Milano, Chieti, passando per Bologna, con risultati incoraggianti. “Ruote ferme, pedoni salvi” è il progetto pensato dall’Associazione familiari vittime delle strade in collaborazione con le istituzioni che vede l’impiego di persone condannate per reati stradali e il coinvolgimento degli imputati in attesa di giudizio.
Meno incidenti
E così, meno investimenti e meno incidenti con l’obiettivo ultimo di frenare e far calare anche la percentuale delle recidive e in ultima analisi fare di una pena un’occasione di rieducazione.
Tecnicamente, proprio sul modello torinese, anche nella Capitale sarà possibile per chi si è reso responsabile di un sinistro con o senza feriti, ma anche per chi è stato sorpreso alla guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe e sostanze psicotrope di prestare il proprio contributo nel vigilare tratti o anche incroci e soprattutto attraversamenti pedonali considerati a “rischio” non necessariamente per lo stato in cui versano le strade ma per la ciclicità di eventi negativi.
Il protocollo
Un protocollo a cui l’associazione sta lavorando con le istituzioni di Roma Capitale: dalla Prefettura alla municipale. «Stiamo lavorando alacremente per poter realizzare anche a Roma – commenta Silvia Frisina, vice presidente dell’Associazione familiari vittime della strada – il progetto. Attraverso l’attività di assistenza ai pedoni e il coinvolgimento diretto nella promozione della sicurezza stradale, gli assistenti pedonali contribuiscono attivamente a rafforzare il tessuto sociale e a promuovere una cultura del rispetto reciproco, soprattutto in contesti come quello della Capitale che troppo spesso registra tragedie che coinvolgono l’utenza vulnerabile, come dimostrano gli ultimi fatti di cronaca. La loro sicurezza è per noi una priorità, così come lo è la rieducazione degli imputati e condannati per reati inerenti alla circolazione stradale, con la finalità di abbattere la recidiva. Laddove il progetto è attivo stiamo registrando risultati importanti e ne siamo orgogliosi».