
Il comandante dello yacht affondato non risponde ai magistrati

Il comandante dello yacht affondato non risponde ai magistrati.
Il comandante dello yacht
Il comandante dello yacht Bayesian inabissatosi nelle acque di fronte a Palermo ha deciso di non rispondere alle domande dei magistrati. James Cutfield non ha parlato in Procura di fronte gli inquirenti di Termini Imerese e con molto probabilità farà il suo ritorno a casa, a Maiorca; questione di ore, di scartoffie burocratiche e poi potrei lasciare l’Italia.
Fascicolo aperto
Il fascicolo sulla sciagura del 19 agosto è affidato al Pm Cammarano, a cui spetta il compito di ricostruire cosa possa essere accaduto, e di chi le responsabilità, per quanto successo a Porticello. E qualche passo in avanti, in tal senso, glielo avrebbe potuto far fare James Cutfield che invece ha deciso di chiudersi nel silenzio ma non è riuscito a trattenere le emozioni di una ferita lacerante che provoca la morte di sette persone all’interno dell’imbarcazione di cui eri al comando. Tanti i punti e le domande che aspettano risposte. L’inchiesta ipotizza i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.
Tante domande
La prima domanda che ci si sta ponendo è: l’equipaggio ha dato l’allarme ai passeggeri? Anche perché gli esperti in materia di sicurezza in mare sostengono che la prima cosa da fare, in questo tipo di situazione, è contare le persone, verificare che tutti siano pronti a salire sulla zattera. Invece, tutto il personale del Bayesian si è salvato (eccezion fatta per il cuoco), mentre sette degli ospiti dell’imbarcazione hanno perso la vita; qualcuno è andato a recuperare chi era ancora in cabina mentre all’esterno si stava scatenando l’infermo meteorologico? In casi come questi, quando si è difronte ad un’emergenza, il personale di bordo dovrebbe seguire un preciso protocollo e, soprattutto, dovrebbe sapere cosa fare: è andata così? La Procura nel frattempo continua la sua inchiesta e il comandante dello yacht è il primo che è finito sul registro degli indagati.