
Roma, piante alle fermate dei bus per mitigare le isole di calore. L’esperto: «Ci vuole ben altro…»

Il piano prevede la collocazione (fino al 15 settembre) di una trentina di alberi in vaso. Matteucci (Cnr): «Meglio soluzioni con pergole o pensiline che integrino una parte verde». Sui social l’ironia dei romani.
Sui social il «piano verde in emergenza» – alberi in vaso alle fermate dei bus per «mitigare gli effetti delle isole di calore» e creare zone d’ombra per i viaggiatori in attesa – suscita l’ironia dei romani tra chi parla di «solita pezza» e chi azzarda: «Gualtieri non ha ancora pensato a piazza’ ‘na pala eolica a ogni fermata?». Qualcuno preferisce agli sfottò proposte costruttive del tipo: «Non sarebbe meglio far passare più frequentemente i bus in modo che le persone possano andarsene a casa o al lavoro e difendersi dal caldo?». E ancora: «Ma delle tensostrutture removibili con magari anche delle sedute, da Paese civile, erano troppo brutte?». Nel frattempo, da oggi le temperature sono in risalita: giovedì si toccheranno i 37 gradi.
Le zone individuate dal Comune
Sono 18, in totale, le aree individuate dal dipartimento Ambiente dove collocare (dal 18 giugno al 15 settembre) una trentina di alberi: nel I Municipio (in piazza della Chiesa Nuova, piazza Bocca della Verità, metro Lepanto, largo Argentina); nel II Municipio (in piazza Fiume, piazzale Flaminio, via Bressanone); nel III Municipio (alla stazione Nuovo Salario); nel IV Municipio (in via dei Monti Tiburtini davanti all’entrata dell’ospedale Pertini, alla fermata della stazione Santa Maria del Soccorso e in largo Alba Adriatica); nel V Municipio (in via Alessandro Benetti); nel VI Municipio (quattro ulivi ai lati delle panchine della fermata Giardinetti); nell’VIII Municipio (in via delle Cave Ardeatine e in piazzale dei Partigiani); nel IX Municipio (in piazzale dell’Agricoltura); nel XII Municipio (in piazza Flavio Biondo); nel XIV Municipio (stazione FL3 Ipogeo degli Ottavi e in via di Casal del Marmo/largo Codogno). L’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi sottolinea che si tratta «evidentemente di una risposta parziale e provvisoria all’esigenza di garantire zone d’ombra e riparo soprattutto presso le fermate del trasporto pubblico, nelle zone dove si registrano con maggiore evidenza i fenomeni delle isole di calore».
«La misura più efficace rimane la riduzione del traffico veicolare»
E però, secondo Giorgio Matteucci, direttore dell’Istituto per la bioeconomia del Cnr, «per mitigare le isole di calore ci vuole ben altro… quel tipo di intervento può fare al massimo un po’ di ombra». L’esperto evidenzia un altro aspetto: «Le piante in vaso esposte a temperature elevate hanno bisogno di manutenzione continua e frequenti innaffiamenti». In un contesto in cui il Comune sta mettendo in campo «interventi significativi di forestazione urbana e periurbana», a suo avviso servirebbe un approccio integrato: «Interventi misti, pergole o pensiline che inglobino una parte verde magari con tralci di vite o edera». Se non fosse che la strategia più efficace passa attraverso la riduzione del traffico veicolare e la mobilità dolce: «Evitare di spostarsi in macchina, utilizzando i mezzi pubblici e le due ruote ecologiche». Quanto alle piante in vaso, la conclusione è «poche decine non sono risolutive».