
Accattone è morto, la Fake-News sull’ex Banda della Magliana che ha svegliato i Romani

Antonio “Accattone” Mancini, storico esponente della Banda della Magliana e figura chiave nel sottobosco criminale di Roma, porta i suoi 75 anni in perfetta salute. Mancini, che si era pentito dopo un lungo periodo di attività criminale, aveva guidato la Banda insieme a Giuseppucci e Sabatini per quasi 25 anni.
La storia criminale di Accattone ha radici nella difficile infanzia (è a Roma dagli 11 anni in poi) trascorsa nella Roma delle borgate e del malaffare, dove la scarsità di denaro e la criminalità emergente lo hanno plasmato sin da giovane. A soli 11 anni, Mancini si trasferisce in questo mondo fatto di precarietà economica e illegalità.
Accattone, soprannome acquisito nella Borgata Mancini, inizia la sua carriera come ladro d’auto e affronta periodi di detenzione in vari penitenziari minorili. Nonostante gli abusi subiti e le difficoltà, non abbandona la strada del crimine organizzato.
La sua ascesa è favorita dalla musica e dalle frequentazioni nei locali della malavita, in particolare con Gianfranco Urbani. Insieme, attraversano la soglia del crimine organizzato, e Mancini diventa noto nel mondo criminale, accumulando ricchezza e guadagnandosi il titolo di “er drizzatorti.”
Contrariamente alle voci della sua morte diffuse da alcuni giornali, Accattone è vivo e gode di ottima salute, smentendo categoricamente ogni notizia al riguardo. La sua vita, intricata tra criminalità e redenzione, continua a suscitare interesse e curiosità nell’immaginario della criminalità romana.
Le ultime notizie in diretta dalla Capitale Fonte: Il Corriere