
Loretta Rossi Stuart dopo l’arresto del figlio: “È malato, va riportato nel luogo di cura”

L’appello della madre di Giacomo Seydou Sy: il nipote dell’attore Kim Rossi Stuart è stato arrestato per tentata rapina e portato a Regina Coeli.
“Mio figlio è malato, va ricondotto nel luogo di cura”. A lanciare l’appello è Loretta Rossi Stuart, mamma di Giacomo Seydou Sy, il giovane di 28 anni che nei giorni scorsi è stato arrestato con l’accusa di tentata rapina per avere provato a sottrarre un marsupio su un tram. Seydou Sy, nipote dell’attore Kim Rossi Stuart, è accusato anche di avere aggredito uno dei carabinieri che sono intervenuti in via Prenestina dopo la segnalazione del passeggero vittima della tentata rapina. Dopo l’arresto, il giovane è stato portato nel carcere di Regina Coeli, dove è tuttora detenuto. Per la madre una decisione estremamente dannosa: il figlio è affetto da bipolarismo e in precarie condizioni di salute psichica. Per questo era stato ricoverato in una struttura psichiatrica.
“Giacomo era in cura presso la struttura che non lo ha dimesso, perché ancora nel pieno del percorso di recupero, lontano dall’essersi concluso. Infatti subito dopo l’arresto, in evidente stato psicotico, ha compiuto gravissimi atti di autolesionismo”. La donna, amministratrice di sostegno del figlio, ha affidato alla stampa una dichiarazione: “Un ragazzo con diagnosi di disturbo bipolare borderline dopo essere stato trattenuto in carcere un anno deleterio per il suo stato psichico, grazie ad un ricorso alla Cedu viene finalmente affidato ad una valida Rems presso cui è in atto un percorso di recupero positivo”.
Giacomo “è ancora fragile rispetto alla dipendenza da sostanze, riesce ad allontanarsi dalla struttura e, avendo fatto uso, compie atti illeciti in stato di squilibrio mentale – ricostruisce Loretta Rossi Stuart – viene arrestato, il giorno dopo è condotto dalla polizia penitenziaria al pronto soccorso del Santo Spirito, con evidenti segni di autolesionismo, ed è attualmente in un reparto di Regina Coeli dove, in tale stato psicotico, è esposto ed espone gli altri a situazioni di conflittualità difficilmente controllabili. Avrei pensato, visti i pregressi, che sarebbe stato urgentemente ricondotto nel luogo di cura a cui era affidato. La domanda ora è: chi sarà responsabile di ciò che può succedere all’interno del carcere?”.
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